[71] Quae enim libido, quae avaritia, quod facinus aut suscipitur nisi consilio capto aut sine animi motu et cogitatione, id est ratione, perficitur; nam omnis opinio ratio est, et quidem bona ratio, si vera, mala autem, si falsa est opinio. Sed a deo tantum rationem habemus, si modo habemus, bonam autem rationem aut non bonam a nobis. Non enim ut patrimonium relinquitur, sic ratio est homini beneficio deorum data; quid enim potius hominibus dii dedissent, si is nocere voluissent; iniustitiae autem, intemperantiae, timiditatis quae semina essent, si is vitiis ratio non subesset? Medea modo et Atreus commemorabatur a nobis, heroicae personae, inita subductaque ratione nefaria scelera meditantes.
|
71. Non c'? atto di avarizia, di lussuria, di criminalit? che non sia intrapreso senza una previa deliberazione o che
non sia condotto a termine senza l'ausilio del pensiero e della riflessione. Ogni opinione ? frutto di ragione e si tratter?
di retta ragione se l'opinione e vera e di ragione distorta se l'opinione ? falsa.
Ma dalla divinit? noi riceviamo solo la ragione pura e semplice (ammesso che la riceviamo): siamo noi in seguito
che la rendiamo buona o cattiva. La ragione non ci ? stata concessa in beneficio a guisa di un lascito testamentario. Che
altro gli d?i avrebbero potuto donare agli uomini se non la ragione qualora avessero voluto far loro del male? Quali
germi d'ingiustizia, d'intemperanza, di timore allignerebbero fra gli uomini se non vi fosse la ragione a fomentare tali
vizi?
Poco pi? addietro abbiamo ricordato i casi di Medea e di Atreo, personaggi eroici che meditano i loro nefandi
delitti con un preciso calcolo dei vantaggi e degli svantaggi.
|